Buduàr 33 - Silvia Ziche

Anno quinto di Buduàr (accipicchia sembra ieri!)

COPERTINA DI SILVIA ZICHE

Certo, fa un po’ impressione leggere in testata anno quinto.

Eppure è la realtà. Per il quinto anno consecutivo ci riproponiamo al pubblico con il prodotto del nostro operare. Un prodotto che lentamente evolve (almeno speriamo) con ingresso di nuovi amici e collaboratori che con il loro preziosissimo contributo contribuiscono all’idea che abbiamo in mente sin dall’inizio; quella di poter proporre un giornale che si occupa di satira e umorismo attraverso le molteplici sfaccettature.

E così siamo qui, con un leggero ritardo sulla tabella di marcia, perché il progetto sembra semplice da mettere in pagina ma comporta davvero molto lavoro, a gustare le proposte che abbiamo vagliato con cura e attenzione.

L’interpretazione del nostro divano è della grande Silvia Ziche, distratta per un momento dal mondo Disney

Mi sembra inoltre opportuno segnalare un nuovo ingresso, importante, quello del bravissimo Erik Balzaretti, con un testo approfondito sul grande Aroldo Bonzagni, uno dei pochi autori satirici ad avere un museo dedicato (in quel di Cento, in provincia di Ferrara). Bonzagni fu tra i primi firmatari del manifesto futurista per poi discostarsi lasciando il posto a Carrà.

Una bella commistione con la storia dell’arte moderna. Ma le sorprese non finiscono in questo numero, e grazie a Renato Ciavola scopriamo una parte importante di un altro gigante del sorriso ovvero Eugenio Colmo, in arte Golia, che fu tra i principali animatori di Numero, splendida rivista (anche se di sapore interventista) che resta a tutt’oggi un capolavoro di raggruppamento di artisti celebri dell’epoca. Sulle pagine di Numero comparvero infatti piccoli capolavori di Sergio Tofano (ideatore del Signor Bonaventura ma nel contempo autore di preziose tavole di sapore art nouveau – e su questo prima o poi vogliamo parlare di Alfons Mucha- ) accanto a tavole di Nullo Musini, Carlin e infiniti altri celebri disegnatori che meritano tutti un posto di rilievo nella storia della satira.

E ancora segnaliamo il testo di Jordi Artigas, grande critico spagnolo, nostro collaboratore sin dall’inizio e autore di un importante libro sul “franchismo” che a breve recensiremo con dovizia di immagini.

Poi, scorrendo le pagine troverete l’arte dei migliori vignettisti italiani e stranieri che ci deliziano con le loro splendide invenzioni.

Un nuovo numero di un Buduàr che prosegue con coerenza nella ricerca di fantasie comiche vecchie e nuove in un intreccio vero di amicizia e passione.

Chiudo questo editoriale con la notizia della morte di Umberto Eco, un gigante della cultura internazionale, amante di Jacovitti, del fumetto e della satira in generale. Una notizia che ci rattrista e contribuisce a rendere il nome di Eco intramontabile nell’Olimpo della cultura internazionale. Preziosissimo il contributo di Robert Rousso che sotto la sua bella caricatura dedicata all’intellettuale sottolinea “era caro anche a noi”. Ed è così. Umberto Eco era caro agli amici francesi e a tutto il mondo. Ci mancherà, ma andremo a cogliere il suo acume e la sua ironia negli scritti che ha lasciato e che ogni volta che rileggiamo riservano qualche sorpresa magari non colta sino in fondo in una precedente lettura. E che l’arte viva, attraverso gli occhi di chi riesce a coglierla. Un grazie doveroso e spontaneo ai compagni di viaggio di questa affascinante avventura

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