Buduàr 21 - Fabio Magnasciutti

COPERTINA DI FABIO MAGNASCIUTTI

E così. Questo è il terzo Natale che passiamo insieme a Buduàr. Davvero un traguardo importante, anche se speriamo, in cuor nostro, che sia solo una piccola e minima tappa di un lungo cammino che abbiamo intrapreso.

Crescono i visitatori dall’estero (una buona forma di turismo anche questa), ma a breve siamo convinti cresceranno anche i lettori in Italia.

Abbiamo in serbo alcune sorprese che potrebbero far conoscere il nostro giornale in forma più diffusa.

Questo numero è dedicato in buona parte al periodo natalizio, foriero di vignette, come sempre, essendo uno dei classici temi intramontabili, mentre vi rimandiamo a gennaio per l’extra sugli auguri. Abbiamo deciso di ripetere l’esperimento tentato lo scorso anno, con un gemellaggio con gli amici francesi di Fecoricò, organo della Feco France. Sarà un numero praticamente bilingue, con umorismo variegato e grandi autori oltre che divertentissime vignette.

Ma torniamo a questo ventunesimo numero. Inizia la collaborazione il bravissimo autore cubano Ramses Morales che siamo felici di ospitare sulle nostre pagine, così come inizia quella del bravissimo Mauro Talarico, fumettista dal tratto elegantissimo noto per la serie Cuori Grassi. Gianfranco Uber, già presente nello scorso numero, torna alla grande. Poi un bellissimo ricordo di nonno Scalarini scritto da uno dei suoi nipoti, Ferdinando Levi. Un ritratto tenerissimo, imperdibile, che completa da un altro punto di vista la figura dell’artista che nonostante gli stenti non fu piegato dal fascismo. Un delizioso ricordo sessantasei anni dalla sua morte avvenuta il 30 dicembre 1948. E di Scalarini abbiamo già parlato in occasione della bella mostra curata da Giovanna Ginex al Museo del Novecento di Milano, ma continueremo a parlarne ogni volta che sarà possibile cogliendo sempre l’occasione per ricordarlo. Segnalo anche l’articolo di Ruggero Maggi, questa volta in veste di scrittore, per ricordare il centenario di un genio dell’arte e dell’autostoricizzazione come GAC (Guglielmo Achille Cavellini).

E per la prima volta sulle nostre pagine compaiono anche Renato Ciavola e il giovanissimo Mattia Franceschini. Poi quasi in sordina, pubblichiamo una vignetta di Agostino Origone che dopo la scomparsa del fratello Franco ha saputo non perdersi d’animo e ha iniziato a portare avanti da solo la bandiera dell’umorismo di famiglia.

Gli siamo grati di aver subito pensato a noi e ne parleremo in modo più diffuso nel prossimo numero.

Ecco, mi rendo conto che ci sarebbe di parlare di ogni singola pagina di Buduàr, portatrice di emozioni e segni, codici e sentimenti, ma davvero è meglio che iniziate a sfogliarlo, senza perdere troppo tempo dietro a queste parole.

A proposito, dimenticavo; auguri a tutti, per giorni sereni senza crisi.

Dino Aloi

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