COPERTINA DI MILKO DALLA BATTISTA
Non riesco ad immaginare le emozioni che vengono generate dalle lettura del nostro almanacco. Il fatto di montarlo e smontarlo, vederlo crescere, talvolta stravolgerlo toglie a noi della redazione l’effetto sorpresa che immagino ritrovino i lettori quando si mettono a sfogliare le pagine virtuali sul proprio schermo.
Peraltro credo che pochi riescano a capire la sensazione che proviamo noi quando vediamo il nostro progetto crescere e raccogliere parole di apprezzamento.
Buduàr occupa parte della nostra vita da ormai venti numeri. Nessuno di noi, quando ci siamo lanciati in questa folle impresa, pensava di arrivare tanto lontano. Nessuno di noi poteva pensare a quanta emozione potessimo provare incontrando nuovi amici che scelgono con entusiasmo di salire sul nostro piccolo treno del sorriso.
Da questo numero prendono posto nella nostra esclusiva prima classe altri due amici che contribuiscono a fare dell’umorismo un’arte: Silver e Marlene Pohle.
Silver aveva già fatto una toccata e fuga nel Buduàr con una bella copertina “divanizzata”. Torna in veste di collaboratore fisso con delle piccole perle che lo allontanano un po’ dall’associazione Lupo Alberto/Silver. Vignette pure, senza personaggio fisso, pubblicate tanto tempo fa su “L’Occhio” il quotidiano popolare di Maurizio Costanzo, ma ancora cariche di straordinaria capacità di strappare un sorriso.
Marlene Pohle, è nata in Argentina e abita in Germania. è la vice presidente generale della FECO international (Federation of Cartoonists Organizations) insomma, roba fina.
I suoi disegni vanno ad arricchire la nostra collezione di pagine irripetibili. Vi lascio alla lettura di un numero che sarebbe stato impossibile senza l’eccezionale apporto di Cristina Garcia, la nostra traduttrice.
Ad un certo punto Buduàr sembrava una vera Torre di Babele: le pagine erano occupate da testi francesi, spagnoli ed italiani. L’intervista a Nadia Khiari in francese, il divertente articolo su Mongolia in spagnolo... Il risultato lasciamo a voi giudicarlo.
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